Il piรน ampio studio mai condotto sullโuso della cannabis in oncologia, pubblicato su Frontiers in Oncology nellโaprile 2025, ha analizzato oltre 10.000 ricerche scientifiche, rivelando un ampio consenso sugli effetti benefici dei cannabinoidi. Coordinato da Ryan Castle del Whole Health Oncology Institute, lo studio โ supportato dallโintelligenza artificiale per classificare i risultati esistenti - ha evidenziato un rapporto di 3:1 tra studi favorevoli e contrari allโefficacia antitumorale dei cannabinoidi. Circa il 75% dei lavori esaminati segnala benefici nel trattamento del cancro.
Attraverso lโanalisi di studi preclinici, osservazionali e clinici, gli autori hanno tracciato un quadro complessivo senza precedenti. Lโuso di algoritmi NLP ha permesso di sintetizzare la letteratura in modo rapido e oggettivo, superando i limiti delle revisioni tradizionali. Il risultato, spiega Castle, รจ stato sorprendente: una convergenza di dati che suggerisce la necessitร di rivalutare la cannabis come possibile risorsa terapeutica in oncologia.
Come i cannabinoidi agiscono sulle cellule tumorali
Un elemento centrale emerso dallo studio รจ che i cannabinoidi esercitano una varietร di azioni antitumorali nei modelli preclinici. Piรน del 75% degli studi esaminati indica, infatti, che sostanze come THC, CBD, CBG e CBC possono modulare processi chiave della crescita del tumore. In particolare, sono stati osservati quattro meccanismi fondamentali:
- Induzione dellโapoptosi: stimolano la morte programmata delle cellule tumorali senza danneggiare quelle sane circostanti. Questo effetto รจ stato documentato, ad esempio, in cellule di cancro del cervello (glioma) esposte a THC.
- Inibizione della proliferazione: diversi studi riportano che i cannabinoidi riducono la capacitร delle cellule cancerose di replicarsi e diffondersi, rallentandone la crescita. Ad esempio, in modelli di carcinoma della mammella si รจ visto che CBD e THC possono bloccare il ciclo cellulare tumorale, limitando la moltiplicazione incontrollata delle cellule malate.
- Blocco dellโangiogenesi: alcuni cannabinoidi ostacolano la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) che i tumori creano per alimentarsi e crescere. In modelli di cancro del polmone e del colon รจ stato osservato che lโattivazione del sistema endocannabinoide puรฒ ridurre la produzione di fattori pro-angiogenici da parte del tumore, letteralmente affamando la massa cancerosa.
- Effetti antinfiammatori: la cannabis esercita unโazione antinfiammatoria significativa, e ciรฒ รจ cruciale perchรฉ lโinfiammazione cronica รจ spesso associata alla progressione tumorale.
Questi effetti sono stati riportati in molti tipi di tumore, tra cui i tumori al seno, al polmone, al colon, al pancreas e al cervello (glioblastoma). In modelli di cancro al pancreas, ad esempio, combinazioni di cannabinoidi con la chemioterapia tradizionale hanno portato a una maggiore soppressione del tumore rispetto alla sola chemio. Analogamente, nel glioblastoma (un aggressivo tumore cerebrale) lโuso concomitante di THC e CBD insieme a radioterapia ha mostrato di poter aumentare la morte delle cellule maligne rispetto al solo trattamento standard. Sebbene gran parte di queste evidenze provenga da studi in vitro (colture cellulari) o su animali da laboratorio, la coerenza dei risultati ottenuti da gruppi di ricerca diversi รจ notevole. Ciรฒ suggerisce che i sistemi biologici coinvolti โ recettori cannabinoidi presenti sulle cellule tumorali, segnali molecolari legati alla crescita neoplastica, ecc. โ reagiscono in modo relativamente consistente alla stimolazione da parte dei cannabinoidi, indipendentemente dal modello studiato.
Rilevanza scientifica e possibili impatti in oncologia
Lo studio fornisce una base solida per considerare la cannabis non solo come supporto palliativo, ma come potenziale agente antitumorale. Gli autori evidenziano un ampio corpus di dati preclinici, finora sottovalutato, che suggerisce effetti diretti dei cannabinoidi sulla crescita tumorale. In alcuni modelli animali, il CBD ha potenziato lโefficacia di chemio e radioterapia, aprendo alla possibilitร di protocolli integrati.
Finora la cannabis era vista solo come strumento per migliorare la qualitร di vita dei pazienti oncologici. Ora emerge lโipotesi di un suo ruolo attivo nella terapia. Per confermare questo potenziale servono studi clinici rigorosi. Tuttavia, lโampio consenso emerso (75% di evidenze favorevoli) puรฒ favorire nuovi investimenti nella ricerca e spingere verso una revisione delle normative, aprendo la strada a futuri farmaci cannabinoidi in oncologia.
La comunitร scientifica invita alla cautela
Nonostante i dati promettenti, la comunitร scientifica invita alla cautela: gran parte delle evidenze proviene da studi preclinici e servono trial clinici controllati per verificarne lโefficacia sullโuomo. Donald Abrams, oncologo e pioniere nella ricerca sulla cannabis terapeutica, pur riconoscendone il valore palliativo, sottolinea che mancano prove che ne dimostrino un reale effetto antitumorale nei pazienti. In oltre 40 anni di carriera non ha mai osservato remissioni attribuibili alla cannabis: โSe curasse il cancro, me ne sarei accortoโ, afferma in modo provocatorio.
Secondo Abrams, risultati in vitro o su animali non bastano: ad oggi non รจ dimostrato che la cannabis aumenti la sopravvivenza o riduca i tumori negli esseri umani. ร un richiamo al principio base della scienza medica: correlazione non รจ causalitร . I miglioramenti osservati potrebbero dipendere da altri fattori, e i risultati di laboratorio non sempre si replicano in clinica.
Gli stessi autori dello studio riconoscono la necessitร di ulteriori ricerche e invitano a progettare trial rigorosi per valutare sicurezza, efficacia, dosi e interazioni dei cannabinoidi nei vari tipi di cancro. Solo cosรฌ si potrร stabilire se e come integrarli nei protocolli oncologici.