Il “mal di testa” è uno dei disturbi più comuni e fastidiosi che possano capitare nella vita di tutti i giorni. In medicina viene definito cefalea e non si tratta solo di un semplice dolore passeggero: parliamo infatti di un disturbo di tipo neurologico che può coinvolgere il capo, i muscoli del collo, il cuoio capelluto e, in alcuni casi, anche il viso.
Nonostante la sua diffusione, la cefalea è spesso sottovalutata. Eppure, ne esistono oltre 200 tipologie riconosciute, stando all’International Classification of Headache Disorders, ognuna con caratteristiche e cause diverse. Alcune persone ne soffrono in maniera occasionale, altre invece convivono con attacchi frequenti che finiscono per compromettere lavoro, relazioni e qualità della vita.
Mal di testa: non tutti sono uguali
Dietro la parola cefalea si nascondono condizioni molto diverse. Le più note sono l’emicrania e la cefalea tensiva. Nel primo caso il dolore è pulsante e si presenta a crisi ricorrenti, a volte accompagnato da nausea, disturbi visivi o vomito. Nel secondo, invece, si avverte la sensazione di un “cerchio alla testa”, con rigidità muscolare e capogiri legati spesso a stress o affaticamento.
Esistono poi forme più rare ma molto dolorose, come la cefalea a grappolo, che si manifesta con attacchi intensi e concentrati attorno all’occhio, soprattutto nelle ore notturne.
Accanto alle cefalee cosiddette “primarie” – che non dipendono da altre malattie – troviamo quelle “secondarie”, dove il mal di testa è sintomo di un problema più ampio, come sinusite, ipertensione o disturbi visivi. In questi casi sono necessari esami clinici specifici per arrivare a una diagnosi corretta.
Cannabis terapeutica e cefalee: cosa dicono gli studi
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha dedicato crescente attenzione alla cannabis terapeutica come possibile alleata nel trattamento delle cefalee, soprattutto nelle forme croniche e resistenti ai farmaci tradizionali.
Diversi studi, tra cui una revisione pubblicata sul Journal of Pain nel 2019, hanno evidenziato che i cannabinoidi possono ridurre sia l’intensità che la frequenza degli attacchi di emicrania. Un’analisi condotta dalla National Library of Medicine americana sottolinea inoltre che i preparati a base di cannabis sembrano particolarmente utili nei casi in cui il dolore ha un’origine nevralgica o tensiva.
La terapia può essere utilizzata in due modi principali:
- per gestire gli attacchi acuti, soprattutto tramite inalazione;
- come trattamento preventivo, con schemi terapeutici mirati a ridurre il numero e la gravità delle crisi.
Naturalmente ogni percorso deve essere personalizzato e deciso insieme al medico, valutando età, condizioni cliniche e risposta ai trattamenti.
Un approccio che guarda alla persona
È importante ribadire che la cannabis terapeutica non rappresenta una “cura miracolosa”, ma uno strumento che può affiancarsi alle terapie tradizionali e a un cambiamento dello stile di vita. Stress, alimentazione scorretta, abuso di caffeina o alcol, mancanza di sonno o cattive posture sono infatti fattori che possono peggiorare il disturbo e che devono essere affrontati parallelamente. L’obiettivo non è soltanto ridurre il dolore, ma restituire qualità di vita, limitando la frequenza delle crisi e migliorando il benessere generale della persona.